domenica 5 ottobre 2008

one more pilgrim


eccomi dopo un mesetto. salute a voi.
no, non sono in partenza per improbabili luoghi al di là del mare, non sono su un aereo cercando di capire di preciso dove è che atterrerò.
sono a casa, alla mia scrivania. e se in questo spazio trovano parole che parlano di viaggi e di avventure, dovrei scrivervi di quello che mi è successo da quando sono approdato a catania dal messico. ma non è per condividere con voi queste mie vite trascorse che sto qui stasera. e tra l'altro, dopo avere tanto scritto e per tanto tempo, faccio una fatica a mettere due parole una dietro l'altra (anche parlando..lo ammetto), ma una fatica che no vi dico.
comunque.
è successa una cosa. una cosa che, del resto, ha molto a che fare con i viaggi. e mi auguro che abbia a che fare con tutti voi (a poco a poco per piacere)!
parlo di sogni. parlo di un sogno. un mio vecchio sogno. spesso quando penso ai miei sogni, o almeno ad alcuni, mi capita di pensare alla folle attitudine che alle volte mi prende di cercare di fare in modo che diventino vere magie, di realizzarli: rischiosissimo. ma, sbatti e sbatti, gira e gira, alle volte funziona.
bisogna avere pazienza, come qualcuno mi disse tanto tempo fa. certo. ci vuole pazienza per trovare la magia. ci vuole pazienza per tentare di realizzare un sogno. è proprio vero. io ho avuto pazienza.
e poi ci vuole qualcos'altro. ci vuole che devi avere voglia di correre il rischio di vedere un'idea nella realtà che hai intorno. con tutti i rischi del caso, compresa la cura di cui ogni sogno e ogni idea, esposti alle aggressioni della vita, hanno bisogno.
...in certi casi, come in questo, ci vogliono anche un poco di soldini.
ok. dopo anni, si sono verificate le premesse di cui sopra. ed è arrivato...è arrivata "pilgrim" (ma guarda un poco il caso...). non ho ancora capito se è maschietto o femminuccia. sospetto femminuccia.
è lunga poco più di nove metri, ha un'anima di legno ed è blu.
è una barca. a vela. non fatevi ingannare dalla foto: l'albero c'è.
non ho parole. torno adesso da una gita a siracusa, dove pilgrim abiterà per un anno almeno, con ancora la vernice bianca sulle mani e un filino di stanchezza.
è difficile dire cosa provo al pensiero..e nell'azione. so che mi piace.
ho conosciuto una persona durante la mia ultima crociera (vi ricordate? quella dove si spasciava tutto? vi chiederete...chissà adesso com'è? eh eh. io lo so. secondo voi?) che, una volta, mi ha detto una cosa. senza che c'entrasse niente con quello che stavamo dicendo, mi ha detto che aveva un piccolo sogno: avrebbe voluto una barca. mi ha detto di non essere una persona che tiene particolarmente alle "cose", come sembrano essere la gran parte dei proprietari di barche. ma la barca a vela non è solo una "cosa", è anche un'idea. mi ha detto questo. non posso che sottoscrivere.
ora vi lascio e mi sistemo per tornare a siracusa (è passata una notte).
e mi abbandono per un poco al pensiero che per difendersi dalle aggressioni di un mare impietoso, di un vento selvaggio, di un cielo nero e basso su di te, di una vita aggressiva e violenta, non serve una fortezza con muri e portoni, serve una piccola barca. una culla.
spero che pilgrim lo sia (e che navighi il più possibile in splendide giornate di vento e sole e luce!). per me e per le persone che mi stanno cuore.
siate i benvenuti a bordo.