lunedì 31 marzo 2008

ruzzolando ruzzolando


inizio a scribacchiare questo post subito dopo la mia doccetta, la mia sostina in mensa a parlottare (stasera niente dolcetto che quel che c'era faceva un pò cagher...s'è fransè) e la mia siigarettina. in questo momento sono davanti la mia cabina dove c'è una piccola scrivania e poi una specie di mini salottino su cui si affacciano altre due cabine. sul divano del salottino c'è un pirata che se la ride guardando un film sul pc (devo dire che 'sti pirati sono davvero personcine gentili...più o meno tutti). e io qui a scrivere con la mia musichetta nelle orecchie. non so perchè ma nitin sawhney funziona sempre molto bene quando sono a bordo; e dire cha a terra lo ascolto davvero pochino...mah
notti lunghe le ultime!
intanto vi annuncio che...non mi sono ancora abituato ai ritmi strani. ma mi sono abituato a non essere abituato...e quindi va tutto bene. c'e`di divertente che non so quando comincia e finisce una giornata. cioè...comincia alla mezzanotte, quando bello fresco monto per il mio turno di notte? comincia alle 7 di mattina, quando me ne vado a dormire? e la verità è che forse non ha davvero importanza. il tempo scorre, si fa quello che si deve fare e tutto succede seguendo il ritmo ondulante di una nave in mezzo al mare. dormirò 6 o 7 ore al giorno...ma va bene, nonstante io storicamente abbia sempre necessitato di almeno otto ore! sono sicuro che non appena rientrerò ritornerò a necessitare (ma che ci mettono la coccoina nel caffe sti mericani??). e adesso me ne vado un pò a dormire...del resto sono quasi le otto di sera... è divertente...mi dicono buona notte tre volte al giorno!
ma prima una piccola parentesi a proposito delle mie letture a bordo. leggete alice nel paese delle meraviglie. perchè è una fantstica follia (non leggete le note biografiche che sennò scoprite che lewis carroll era un mezzo prete che ci piaceva fare le foto alle bambine nude e questo potrebbe levare un pò di poesia...cazz...ve l'ho detto io...e vabbè).

...l'unicorno vede alice in mezzo agli altri e scoprendo da martio che è una bambina....

"...- ho sempre pensato che fossero mostri favolosi! - disse l'unicorno. - è viva?
- sa parlare, - disse martio solennemente.
l'unicorno guardò alice come in sogno e disse: -parla, bambina.
alice non potè fare a meno di increspare le labbra in un sorriso nel rispondergli: ma lo sa che anche io ho sempre pensato che gli unicorni fossero mostri favolosi? mai visto uno vivo prima d'ora!
- bè, ora che ci siamo visti l'un l'altro, - disse l'unicorno, - se tu crederai a me, io crederò a te. siamo d'accordo?

essere al mondo significa stringere patti con l'unicorno."

la prima parte è tratta da "al di là dello specchio", l'ultima frase dalla prefazione di stefano bartezzaghi (edizione einaudi).
mi è scesa una lacrima.
e ora, dopo essere ruzzolato giù per la tana del bianconiglio, ho capito che non c'è pillola blu o pillola rossa. tutti i tempi sono lo stesso tempo. tutti i luoghi sono lo stesso luogo. spero di avere sempre gli occhi, la vogia e il coraggio di vedere correre un coniglio con un orologio. e di seguirlo.
è tardi è tardi.
buonanotte

giovedì 27 marzo 2008

pecche' gli amaricani...?

pecchè gli amaricani sono tutti grandi e grossi e non esiste uno che abbia meno di 43 di piede?
pecchè gli amaricani hanno bicchieri e tazze che vanno dal litro in su?
pecchè gli amaricani quando ti incontrano non ti dicono semplicemente ciao ma usano sempre una di quelle loro formulette che è una domanda e mentre tu cerchi di capire che minchia ti hanno detto per poi provare a rispondergli se ne sono gia`andati?
pecchè gli amaricani ci hanno carne buona buona?
pecchè gli amaricani devono avere sul tavolo da pranzo 12 o 13 tipi di salsine diverse che ci serve un altro tavolo per mangiare?
pecchè gli amaricani non riescono a ingoiare una cosa che abbia il suo proprio sapore ma tutto deve essere al sapore di qualcos'altro?
pecchè gli amaricani ci hanno bisogno sempre della macchina del ghiaccio che se ti pesti un dito nella porta è comodissima ma tutto sto ghiaccio sennò a che ti serve?
pecche`gli amaricani sono tutti dei bambinoni che ridono e ridono ma ogni tanto li vedi che si prendono così sul serio ma così sul serio che da ridere ti viene a te?
pecche`gli amaricani ci hanno i professori delle universita`che si vestono con i jeans bucati e le magliette sporche che se li vedi così in italia per la strada gli allunghi 1 euro e sei contento di avere fatto del bene e poi ci hanno il premio nobel?
pecchè gli amaricani ci hanno solo calzini bianchi e corti?
pecchè gli amaricani per vivere hanno bisogno di assumere quantità industrilai di vitamine e integratori che quando partono serve una borsa solo per quello?
pecchè gli amaricani possono andare in giro che fetono più del banco della tunnina ma il sorriso cazzo deve essere sempre smagliante e giù di filo interdentale, gommine varie e colluttorio?
pecchè gli amaricani ci hanno un foglio da prendere in visione e da firmare per tutto...che so.. quanti rotoli di carta igienica pensa di usare in una settimana...due?...mmm...sei sicuro?....firma lì.
pecchè gli amaricani devono vivere con l'aria condizionata a palla che i pinguini si devono mettere la sciarpa e i guanti ma nella mia cabina si accupa di caldo? (...mi sa che questa è sfiga mia...mi sa).
pecche gli amaricani se non usano un acronimo per più di due ore ci vengono le bolle, l'asma e la congiuntivite?

...continua

...curiosi ritmi



certo ancora non è che mi sia del tutto abituato ai nuovi ritmi...
ecco di seguito gli orari che scandiscono la mia giornata...la pam-giornata:
24.00-06.00 turno di ascolto nel lab (e già la dice lunghetta che comincio dalla mezzanotte)
07.15-08.15 colazione
11.15-12.15 pranzo
12.00-13.00 altro turno di ascolto
15.00-16.00 altro turno di ascolto
16.00-18.30 turno di avvistamento...tò...il cielo...il sole..
17.00-18.00 cena
ecco.
scendo un pochino nel dettaglio. il fantastico turno di notte è quello a cui si deve la maggior parte di tutto quello che state leggendo. in realtà di solito lo comincio una mezz'ora prima, così brendan se ne va a letto più presto e più contento (a breve la presentazione delle personacce che fanno parte del team che salva i delfini e le balene dai perfidi geologi sparatori). caffè, felpina (che a stare fermi sei ore con le bocche dell'aria condizionata ntella faccia poi un pò ci hai frescolino), cuffie in testa e...libri (mi compiaccio con me stesso per i libri che ho portato...poi vi dico)...disegnini...post per il blog...ordine sul computer...internet...e sforzi di fantasia... ammetto un paio di soste durante la nottata per pipì, sigarette e spuntino delle 4 che ci sta che ci sta. ogni tanto gita sul ponte, al winch, per vedere che sta succedendo accanto all'idrofono, dove adesso giace cassa gialla con dentro il cuore pulsante del sistema. e si ha fatta mattina. arriva nick a sostituirmi con la sua tazza professional e una ciotola di qualche cosa da mangiare. ciao, ciao, addivettiti e buonanotte.a questo punto non mi faccio mancare un bicchierozzo di caffè e una sigarettina sull'hely deck (...ho detto che poi vi spiego meglio...o non l'ho detto??...poi vi spiego meglio come è fatta questa nave) che mi mette in pace col mondo: alba, aria fresca, occhiata all'idrofono che ci trasciniamo e che in questi giorni mi sta dando qualche pensiero. via a dormire. e la colazione? la colazione?!? quella non è una colazione...è una cosa mostruosa che io alle sei e mezza del mattino ci posso solo lasciare le penne! e poi in realtà dovrei aspettare le 7 quando c'è una fantastica cuccetta che mi aspetta. ooooo...eccoci qui. mi cambio, mi arrampico sul lettuccio che sta al secondo piano, chiudo le tendine che sono la magia delle cuccette e sono papero papero come il conte dracula nella sua bara; magari due paginette due di "alice nel paese delle meraviglie" e poi si ronfa. piccolo inconveniente. sulle navi si lavora sempre, come vi dicevo qualche tempo fa. sulle navi quasi tutto è di metallo. e quando li vuoi fare i lavori che fanno bordello (colpi di flex, fresature varie, ecc...)? che è, li vuoi fare di notte che tutti i cristiani normali stanno dormendo??? nooooo. li cominci a fare verso le 8 e mezza. che io sono entrato nel meglio del sonno...ho cominciato i miei sogni deliranti che mi aspettano ogni volta che vado in mare...mi sto finalmente abbandonando....sdeng sdeng, trattattattata, bum bum ecc... e io inizio a bestemmiare che quasi mi viene da piangere. insomma, in un modo o nell'altro accucchio un tre o quattro ore di sonno. sveglia. pranzo in coma e nuovo turno di ascolto nel lab, dove mi trascino con gli occhiali da sole anche se ancora non ho praticamente messo il naso fuori. poi si cazzeggia un pò e se tutto va bene e non ci sono cose da fare extra svengo ancora un pochino. ma alle tre sono di nuovo nel lab. dalle 4 alle 7 la luce. turno di avvistamento sulla tower. finalmente all'aria aperta! ....a parte le esalazioni mefitiche degli scarichi della nave...a parte. piccola parentesi per cenare in 10 minuti, ma il tramonto non me lo perdo. e poi è divertente chiudere tutto (è l'ultimo turno di osservazione) con brendan e john (con il quale negli ultimi giorni la parola d'ordine è diventata "hei man....fuck you" e ci spisciamo come due cretini). poi doccia, cazzaggio e letto fino alle undici più o meno: mi serve ameno un'ora per riprendere coscienza anche perchè il corpo è li che dice "ma che minchia fai, ti svegli ora?? che sta per cominciare la notte...quella cosa durane la quale si dorme???". e si ricomincia. alla fine del tutto diciamo che raccatto, salvo insonnie e tentativi a volte inutili di convincerti che devi dormire anche se sono le sette di sera, un sette ore di sonno variamente sparpagliate nelle 24 ore. resto basito dal mio intestino che deve essere fotosensibile perchè il suo storico ritmo circadiano non lo abbandona mai e ci puoi regolare l'orologio atomico al mercurio.

ecco. è che non mi sono ancora del tutto abituato. a questo modo un pò nuovo di vivere le navi e le crociere (del resto questa è solo la mia seconda crociera da pam), in cui vivi di notte, dormi qua e la e, nonostante fuori ci siano giornate di sole spettacolare, tu non solo non ti sei ustionato (cosa che mi capitava regolarmente) ma forse non ti sei neanche un pò colorito.
ma va tutto bene, naturalmente. e tra le cose straordinarie di questa vita folle a bordo c'è che non mi perdo un'alba e neanche un tramonto. e questa cosa (come quasi tutto del resto) mi piace troppo; e il sintomo di questo piacere è che non trovo le parole adatte per spiegarne il motivo.
bene. ma prima di lasciarvi veniamo alla strana foto. e già...trattasi di luogo fondamentale su questa nave. siamo a poppa, vicino ad una delle uscite sul ponte dove ci sono gli array sismici (the streamer deck). qui si fuma. su questo bullone sono state spente migliaia di sigarette. sogni lontani...zac sigaretta spenta. incazzature....zac sigaretta spenta....stanchezza inutilmente combattuta...zac....frustrazioni....zac....ricordi....zac....quattro chiacche e grasse risate....zac. e zac e zac, su questo bullone ci sono pezzi di vite (bullone...vite....sono proprio un cretino!) che fanno un pezzo di vita di questo pezzo di ferro buttato in mezzo al mare. è o non è un posto importante??
e adesso me ne torno alle altre mie attività notturne...e quasi quasi....anche io, adesso...
...zac

martedì 25 marzo 2008

della placca del coco e dei danni che combina



pianeta terra. quella cosa che vista da molto molto lontano è una palla azzurra su sfondo nero stellato. ecco. la sua crosta, la crosta terrestre, è suddivisa (e chi non lo sa!) in varie placche che sono, diciamo, come delle zattere. e come delle zattere lentamente si muovono. ma sono attaccate l'una all'altra. e allora questi lenti movimenti (che a grande scala spaziale e temporale portano alla deriva dei continenti con vistose modificazioni della forma delle terre emerse...uno dei motivi per cui la sicilia si allontana costantemente dall'italia... e forse il ponte non è una gran pensata) portano fenomeni importanti come terremoti, formazioni di vulcani ecc.
bene.
zoom. centro america. la state guardando? in quest'area c'è una linea di contatto tra due "zattere": la placca caraibica (a est...atlantico) e quella del coco (a ovest...pacifico...e si, lo so...ma non lo chiedete a me come fa a entrarci coco pure in questo). la placca del coco si insinua sotto la placca caraibica subito a ovest del centramerica e questo fatto fa parecchio casino. in particolare porta ad una grande attività vulcanica in tutta la zona, tant'è che costarica e nicaragua sono attraversate per tutta la loro lunghezza da una bella fila di vulcanazzi.
ed eccoci qua. lo scopo principale ddi questa corciera (e anche della precedente che si è svola dall'altro lato...in atlantico) è capire un pò meglio la dinamica dei casini che il coco combina. quindi ecco che si fa: si smollano sul fondo del mare degli obs (ocean bottom seismometers) e ci si passa sopra facendo i gran botti (che in questo momento, con poco più di 50 metri di fondo sotto di noi, sono dei discreti calci nel sedere...ogni botto trema tutto!!). dopodicchè si recuperano gli affari e si scaricano i dati. per essere più precisi, durante questa campagna di ricerca, di sismometri ce ne sono pure a terra e anche loro registrano di conseguenza ai botti che facciamo. quindi, la columbia university ci mette la nave che sarebbe la "source" (ma é anche "reciver" perchè che fa non ce li trascniamo dietro sette chiloetri di idrofono per registrare gli echi dei botti e tracciare un profilo della crosta?) e sulla nave ci sta un nutrito gruppo della università del wyoming (che, diciamo, è titolare della ricerca) e qualcuno del woods hole (e non ho capito bene se ci sta pure qualcun'altro...). nel frattempo c'è in giro anche una nave dello scripps (che come il woods hole è uno dei templi sacrissimi delo studio del "mare" e come il woods hole non si trova affatto in italia) che si preoccupa di smollare gli obs e di recuperarli.
e dunque eccomi qua, su un langseth affolatissimo di prufussuri e di studenti (saremo una cinquantina a bordo), alle ore tre meno dieci della notte, nel main lab, con le cuffie in testa ad ascoltare che non si sa mai passa un delfino e a scribbacchiare queste quattro righe.
e adesso vi presento gli airgun. eccoli nella fotina a destra. siamo a poppa del ponte quello da dove si sale a bordo, praticamente alla fine della nave, con la faccia verso prua. i pistoloni neri in cima sono dei lunghi galleggianti ai quali sono attaccati con delle catene gli airgun ( i cilindrotti di metallo in basso) per un totale di 4 linee. i pistoloni sono sospesi a dei binari, sui quali scorrono verso poppa dove ci sta una scivola e da lì vengono sbattuti in acqua. ed eccoli nell'altra immaginetta mentre ce li trasciniamo dietro.
in questo momento il ponte è sgombro, i cannoni sono in acqua, un paio di gunners si aggirano qua e la perchè sulle navi non ci si ferma mai che c'è sempre qualcosa da fare e da sistemare.
e io sono nel main lab della nave, un piano sotto il ponte con gli airguns (il gun deck), con intorno un paio di studenti (ho detto studenti e non studentesse...quelle a quest'ora dormono...o almeno così fanno intendere...), dave, che faceva parte del gruppetto nell'albergo dove ho dormito la prima notte e che qui a bordo fà...che fà??, un tipo della wyoming university (basso basso, magrolino, con gli occhiali e con una vocina che più di una volta mi sono girato di botto e mi sono chiesto " e questa femmina chi è???") e...ta daaa, con l'orso newyorchese che qualcuno di voi, sono sicuro, si ricorda dalla mia precedente crociera. lui ci ha i tatuaggi, lui ci ha l'orecchino, lui rutta allegramente. e allora sono più tranquillo perchè, se mai preso dal sonno dovessi rischiare di scordarmi dove sono, mi da la certezza di trovarmi dove mi trovo: research vessel marcus lagseth, il traghetto dei pirati.

domenica 23 marzo 2008

buona pasqua


buongiorno, anche se qui sono ancora le tre e mezza del mattino.
buona pasqua a voi tutti. a voi che porto nel mio cuoricino.
e per augurarvela meglio ci appiccico questa fotina, ma non perchè penso che sia bellissima. è che come l'ovo ci ha la sorpresa dentro. l'ho fatta ieri. dopo che più o meno erano stati risolti tutti i problemini (naturalmente grazie anche a sconcicamento di mezzo mondo...letteralmente!).
l'ho fatta ieri al tramonto, alla fine del mio turno di avvistamento sulla tower. e la sorpresa è la sensazione che ho provato ieri sera e che spero un pò arrivi anche a voi. perchè è stato fantastico. eravamo molto vicini alla terra. caldo ma non troppo. tutto tranquillo. il cielo di quel colore lì ma un pò di più; e poi tutto il cielo e non un pezzettino. su una nave da ricerca. in oceano. con l'odore della terra che, porca miseria è vero, riesci a sentire da una nave quando ti ci avvicini. una terra con la foresta pluviale e un mucchio di vulcani...non ho parole... spero che questo faccia il pensiero più grande. spero che vi arrivi almeno un pò.
vi abbraccio
ps: è proprio per i vulcani che siamo qui a cannoneggiare...poi vi spiego...

sabato 22 marzo 2008

look at me!


rieccomi. 4 e dieci del mattino ora locale, nel pieno del mio turno di notte! premessa: passo dalle tastiere italiane a quelle ammaricane a quelle francesi (quando uno è internazionale è internazionale cazzu cazzu) e quindi chiedo scusa subito per minchiate clamorose che possono venire fuori (parlo di piccoli errori ortografici, per le minchiate di concetto mi assumo la piena responsabilità).
qui, svaccato sulla poltroncina nel main lab del langseth e con davanti un tot di monitor, computer, bicchieri di carta da 1 litro per il caffè, libri per la notte, blocchi per appunti ecc ecc, finalmente riesco a trovare un pò di tempo per scrivere due righe. adesso è tutto molto tranquillo. poca gente intorno, computer ceh placidamente girano come dovrebbero, trentasei airgun che una volta ogni minuto fanno un botto niente male (che peraltro mi godo in cuffia). insomma un momento di placida notte abordo. ma vi assicuro che non è stato così!!! in questi giorni (quanti????) sono successe un sacco di cose e non saprei davvero da dove cominciare......
nel frattempo ho trovato un sistema infallibile per restare svegli: basta uscire dal lab con l'intenzione di andarsi a prendere un caffè e pestarsi un dito in una porta tagliafuoco...minchia che male!
guardate la fotina....questo è il costa rica, porcaccia! sulla spiaggia ci sono le noci di cocco!!! incredibile.
nel posto che vedete ho bivaccato, insieme ad un altro pò di gentaglia, per ore e ore in attesa della barchina che ci ha poi prtato a bordo della nave. vi risparmio i dettagli che poi ve li racconto a voce. giusto un piccolo commento sul fatto che arrivare a bordo è stato stremante ma troppo divertente. al buio, in mezzo al mare, su una barca stracarica di tutto e portata da un ragazzino che ogni volta che acchiappva un'onda si divertiva come un pazzo. sono arrivato scolato ma intero. stremato ma felice. e poi la strana sesazione di arrivare qui e conoscere la gente, i posti, apere dove andare per ecuperare un paio di lenzuola o per farsi un panino. salutare qui e li. la gente che ti riconosce.
e allora, ridacchiando mentre mi aggiro qua e la per riprendere possesso degli spazi, non posso fare altro che pensare (cito testualmente l'amico john col qual è stato un piacere rincontrarsi e che continua a farmi fare grasse risate)
-look at me! what i am fucking doing here?!?

martedì 18 marzo 2008

deliri di viaggio

scrivo da un albergo di san josè dove sono da poco arrivato. secondo loro sono le sei e mezza del pomeriggio ma tutto me stesso si rifiuta di crederlo. sono in mutande nella fantastica stanzona tutta per me. e sono solo. non c'è ancora nessun altro dell'equipaggio. dovrebbe arrivare qualcuno in serata. bò. so solo che ho la stanza prenotata per una notte. ma non dovevo stare su una nave?? pare che la nave abbia avuto qualche problema nell'attraversare il canale di panama. ma vi rendete conto di quello che scrivo???il canale di panama! allora è vero. sono in costa rica. fa caldo. sono in viaggio dall'altro lato del mondo.
ecco di seguito qualche delirante osservazione buttata lì durante il viaggio che mi ha portato qui....buttata lì....portato qui...sono proprio un cretino.
...
aeroporto di catania. in bocca un sapore amaro che immagino sia dovuto al poco sonno, alle quantità industriali di caffè e alle sigarette. e forse anche a un pochino di adrenalina, che sono in piena produzione. mi guardo intorno e ogni volta che mi fermo a pensare al motivo per cui sono qui, si forma un sorrisetto da imbecille sotto la barba (apposta me la sono fatta crescere) e qualche gocciolina di sudore sul palmo delle mani.
il rumore della tapparella che scende. catania che sparisce dietro.
casa mia dal pianerottolo attraverso la porta aperta. la luce magica che lascio lì dentro. gli amici. la famiglia. la sicilia. dove oggi c'è tanto di quello che voglio. dove sempre c'è tanto di quello che sono. cominciano i chilometri alle spalle.
...
aeroporto di linate. minchia ora si parte davvero. pavia si dimostra ancora una speciale camera di decompressione. e non solo. ogni volta riparto da lì con qualcosa in più. e in particolare questa volta ho vinto: due computer portatili, un'interfaccia per l'acquisizione di segnali audio, un sacchetto di connettori che sembrano un pacchetto di cioccolatini belli belli. e un paio di paginette con appunti vari su come mi devo regolare con pc, software, idrofoni e cispolini vari una volta che sono a bordo...tanto lo so che sarà tutto come nessuno aveva previsto; e allora pazienza, adattamento e fiumi di mail sudate per chiedere consigli a 10000 chilometri di distanza.
stamattina alle 4 e mezza commovente addio al bidet.
...
su questo volo dell'iberia che mi porta da madrid a san josè c'è una ficata straordinaria. hanno piazzato una telecamerina sulla coda che punta in avanti e in basso. fichissimo. vedi l'aereo nell'area di parcheggio. poi si muove verso la pista, rulla, decolla. e le casette e le nuvolette. ma non di lato, dal finestrino; davanti a te! fichissimo.
..oooops....io odio volare.
sarà questo il motivo del sudorino alle mani? sarà per il fatto che mi trovo solett solett a volare verso una nave della columbia university per fare il bioacustico? sarà per tutte quelle domandine che mi vengono in mente tipo...capirò quello che mi dicono? ce la farò a farmi capire? riuscirò a fare funzionare tutta l'attrezzatura per come dovrebbe?...ce la farò a usare la lavatrice??
la famosa ansietta...he he.
nel frattempo è arrivato il lauto pasto. e resto sempre affascinato da forme e sapori che se non te li presentassero così carini carini nei vassoietti con le posatine, col cippolo che ci credi che non è premasticato.
e mi distrae un pò. come la musica. che proprio mi rilassa. certo...è un pianoforte che suona...
leggo un pò che è meglio: alice nel paese delle meraviglie. titolo azzeccato o no?!
...
sono l'unico a bordo di 'sto tubo volante che non sa una cippa del paese dove sta andando. che vergogna. intorno è pieno di turisti europei che sfogliano guide e c'è anche qualche sudamericano che forse torna a casa. e un gruppetto di suore, che andiamo in un paese del sud del mondo che lì la religiosità si sa....
...
sto male. non capisco. forse è solo la stanchezza. forse è solo la paura. e questa sensazione di solitudine che alle volte mi si butta addosso calda e appiccicosa come lo stagno da saldatura.
...
adesso va decisamente meglio. una doccia fa miracoli. e il miraggio del letto ancora di più. e poi 'ste saldature non tengono mai un granchè. dalla reception dell'albergo ho avuto le ultime news e pare che domani, ad un orario non meglio precisato della mattina, qualcuno mi recupera e mi porta a puerto caldera. dove mi imbarcherò. bene. me ne vado a dormire che sto per raggiungere le ventiquattrore di delirio costante. abbracci a voi. e mi impegno a farvi vedere al più presto qualcosa. fai foto giovanni. ora le faccio.

ansietta

gironzolo per la casa da circa un'ora. tipo che sono tutto concentrato sulle cose che mi devo portare, i libri, i software, il computer, le mutande. giro e giro per casa. mi guardo intorno per vedere se c'è qualcosa che mi viene in mente che mi può servire e non ci ho pensato. ho lo zaino troppo leggero. forse nella mia progressiva razionalizzazione del bagaglio mi sono fatto un pò prendere la mano.
un pò d'ansietta.
e ci sta tutta. domani si parte. partenza morbida per fortuna. tappa di un giorno a pavia. la casamadre del bioacustico. e posto speciale per me tutto. bioacustico e no. domani ultime verifiche, chiacchiere con gianni, il sommo sacerdote dei bioacustici nonchè precedente imbarcato sul traghetto dei pirati (e dunque depositario di tutta la conoscenza riguardo lo stato delle cose che troverò...in costa rica....he he. e a bordo. del traghetto dei pirati.
il viaggione comincia dopodomani. milano madrid san josè. he he.
ragazzi, questa ora non ce la faccio a raccontarla. non ce la faccio a restare fermo davanti al computer. devo continuare a gironzolare per casa. e magari dormire. è cominciato il viaggio. il pellegrinaggio. sento la logorrea scribbacchina che si srocchia tutta, pronta a dare e dare.
buonanotte.

sabato 15 marzo 2008

benvenuti a bordo...o quasi


mentre ascolto ben harper si è fatta notte e sono stanco morto. serata di ricerca. come spesso mi succede.
ma eccomi qui a volervi raccontare il perchè e il percome di miei pellegrinaggi (soprattutto per chi non è stato ammorbato qualche tempo fa dalle mie mail e per chi non ha avuto a che fare con me negli ultimi mesi). sono un biologo che si occupa di balene e delfini perchè nel cuore ha il mare. lavoro difficilissimo a fare, soprattutto in sicilia (ma non è una cazzo di isola circondata dal mare?!). qualche tempo fa mi arriva na telefonata da pavia e un tipo dall'altra parte mi chiede se ho voglia di lavorare con lui e con il cibra (centro interdisciplinare di bioacustica) per la columbia university. no?? la risposta è si prima ancora di pensarci anche se ufficialmente per assecondare il mio lato refrattario al cambiamento, mi prendo ventiquattr'ore. e si, cazzo, certo che si. comincia l'avventura.
e allora di che si tratta di preciso? risk mitigation. eccola lì.
see you tomorrow...good night....too tired.
in realtà sono passati due giorni....ma comunque. risk mitigation, dicevamo. mitigazione del rischio...ma de che??
alla columbia university c'è un fantastico istituto di scienze della terra (lamont-doherty earth observatory). il fantastico istituto di scienze della terra possiede una fantastica nave da ricerca: r/v (che sta per research vessel) marcus langseth. e la fantastica nave va in giro per il mondo a fare ricerca...e come la fa??? allora, tralasciando i dettagli tecnici che potrebbero annoiarvi (e che dovrei conoscere per poterveli raccontare), si cerca di capire quale sia la struttura della crosta terrestre sotto il mare. questa cosa si fa emettendo dei suoni e registrando gli echi di ritorno. i suoni vengono da degli airgun...proprio dei cannoncini ad aria che fanno dei bei botti, e gli echi vengono registrati attraverso degli idrofoni lunghi qualche chilometro....tutta roba che la nave si trascina a poppa durante la navigazione. naturalmente racconterò prossimamente dei dettagli e di come tutti questi fantastici accrocchi funzionano (funzionino...funzionassero....funzionabbero....). e io che c'entro? gli ammaricani obbligano ogni nave che faccia questo genere di attività ad avere a bordo un gruppo di osservatori qualificati che controllano se durante le operazioni ci sono (siano...fossero....sarebbero...)balene, delfini, foche o tartarughe. e se ci sono si ferma tutto e si evita di fare rumore in acqua con i cannoncini per evitare danni agli animali. ecco la risk mitigation. ma naturalmente non basta guardarsi intorno con occhi nudi binocolini o binocoloni. serve anche...ascoltare. servono bioacustici a bordo che, attraverso un idrofono dedicato (e calato in acqua in mezzo a tutto quel casino di roba che ci si trascina dietro), verificano la presenza di segnali acustici provenienti da balene o delfini. cosa assai utile perchè ascoltare si può anche quando il mare fa un pò schifo, quando è notte, quando c'è nebbia e via discorrendo. salve, sono il bioacustico. o meglio uno dei tre che si alternano sulla nave; gli altri sono i preziosi pavesi.
bene. per il momento basta accussì. benvenuti a bordo del langseth.
benvenuti sul traghetto dei pirati.

giovedì 13 marzo 2008

cari tutti

qualche mese fa, durante un mio "mese di lavoro" di quelli che mi stanno capitando ultimamente, ho ammorbato una decina di persone con email deliranti in cui raccontavo quello che facevo e che mi passava per la mente da un punto in mezzo al mare dall'altro lato del mondo. non mi pare giusto. e allora apro questo blog (strumento che conosco davvero poco), che così chi ci ha voglia viene a leggere e chi non ce ne ha si va a guardare le donnine nude su internet. ma anche i maschietti...ci mancherebbe altro.
titolo un pò pretenzioso, lo ammetto. però rende abbastanza, ha quel fascino fasullo che l'inglese conferisce e poi, cazspita, il tempo non basta mai. infatti eccomi qui, sporco di intonaco e perso tra i tubi degli impianti della mia bella casa esplosa, a rubare due minuti per buttare lì un pò di cioccolata sulle ragioni del binomio misterioso.
sicilian: facile. sono siciliano. non è una questione di luogo di nascita, o almeno non solo. è una questione di essere. e io lo esso. fortissimamamente, appassionatamente, dolorosamente , visceralmente.... ai lettori siciliani il piacere di appiccicare a seguire tutti gli altri avverbi del caso.
pilgrim: questa è un poco più complicata. mi piace viaggiare. e lo faccio parecchio. da quando sono tornato a vivere in sicilia non faccio altro che muovermi. potrei dire per lavoro, ma nell'accezione comune sembra che il lavoro sia una cosa diversa dalla vita personale e intima di una persona. per me non è così. dicevamo...viaggio. e ogni viaggio ha del pellegrinaggio. perchè in fondo vado in cerca di qualcosa (accidenti, sono imbarcato su una nave da...ricerca!). perchè da ogni viaggio torno sempre con qualche pelo di barba bianca in più. che fa molto pellegrino. perchè ogni viaggio è in qualche modo iniziatico. perchè, come in ogni buon pellegrinaggio, camminare vuol dire anche espiare le proprie colpe. o almeno provarci.
per il momento è tutto. torno ai lavori di casa nella speranza di trovare sotto qualche sacco di cemento calze e mutande da portare in viaggio. a già...tra poco si riparte.