lunedì 29 giugno 2009

21°N 119°E


Mi dicevo: dai, su, non lasciamo come ultimo post della crociera questa immagine grigiastra. Non appena arrivo a Catania e mi arrilasso un poco scrivo un ultimo post di saluto un pochino più allegro. Mi dicevo.
Buongiorno a tutti. O meglio buonanotte. Vi scrivo da un luogo che ultimamente sto frequentando con una certa assiduità: il main lab del Langseth. Già, sono tornato a bordo.
A metà giugno (dopo avere festeggiato magicamente il mio compleanno...) mi riarmo di zaino, computer, hd, ipod, "Il giovane Holden", "L'idiota", "Minisemantica", "I racconti dell'Ahlambra" e naturalmente "Marine Mammals and noise", e riparto alla volta di Taiwan. Senza una gran voglia, lo ammetto. Sono ormai due anni che vado e vengo qui e lì per il mondo per imbarcarmi sul traghetto dei pirati. Il lavoro, nonostante tutte le avventure e disavventure che capitano, sembra essere sempre più simile a se stesso. Questa volta lascio "qualcuno in più" a casa e la separazione, nonostante il mio cuore di legno da navigato marinaio, mi è pesata. Più di quanto avessi immaginato. E poi quest'anno le crociere sono molto vicine tra loro. Insomma, di umore un pò grigio parto alla volta di Taiwan. Meno male, come sempre, che c'è Pavia con i suoi pavesi. Un paio di giorni lì e poi via verso Amsterdam-Bangkok-Taipei (inizio ad avere una conoscenza di tutti i posti dove si può fumare negli aeroporti di mezzo mondo) e poi ancora Kaohsiung. Tutto uguale alla volta scorsa. Che sensazione strana. Che sensazione strana la familiarità con posti che si trovano dall'altro lato del mondo. Mi sparo, dunque, queste dodici (?) ore di volo fino a Taipei stretto tra due manzi...i miei vicini di posto. Interminabile volo! Quello a destra, povero, era anche vagamente simpatico; un ragazzone svedese che emanava un olezzo...che so...di aringa affumicata rancida di centoventi chili che suda...ecco, può calzare il paragone... Insomma arrivo a Taipei. qui (cioè lì...a Taipei) ormai so. Autobus fino alla stazione hsr e poi trenino ad alta velocità per Kaohsiung (un'ora e mezza per fare quattrocento chilometri. A Catania ci posso mettere un'ora e mezza per raggiungere la stazione dove aspettare un'oretta un treno che in quattro ore mi porta a Palermo...). Taxi (con note e serie difficoltà di comunicazione...anche se, devo dire, apprezzo sempre più i posti dove non si spiccica una parola di inglese) e arrivo in albergone. Una notte lì e poi, raggiunto dall'agente (...l'agente...questa figura mitica....ve ne parlerò) ed espletate tutte le formalità da dogana portuale eccomi a bordo. A Taiwan è la stagione dei tifoni. E delle blatte. Un caldo umido bestiale. Ma sono arrivato e ho un poco di lavoro da fare prima della partenza. E intanto ecco i soliti rincontri con gli altri "marinai". Rincontri che, specie per qualcuno, sono un piacere. Mi sono beccato anche un rimprovero da Robbie Gunn (uno dei gunner) che mi aveva detto che sarebbe venuto in Sicilia per un paio di giorni, prima della partenza. E infatti è venuto. Solo che quando mi ha chiamato ero in pizzo alla montagna e ho ascoltato il messaggio in segreteria solo qualche giorno dopo. Mi è dispiaciuto. Spero ci sarà occasione per rincontrarsi in un posto che non sia questa nave...Comunque...Iniziano ad arrivare anche gli altri mmos. Ecco lo squadrone: io (il pam..come sempre), Joe (il ragazzo che vive in Alaska...ma come si fa a vivere in Alaska??...ero stato a bordo con lui durante la crociera in Messico l'estate scorsa...bravo e simpatico ragazzo...è il "capo" degli mmos), Brad e, finalmente, John; il caro John che non vedevo da un bel pò e che ho rivisto con grande piacere. Tutti arrivati, dunque. E inizia l'attesa. Dovevamo partire il diciotto (mi pare). Solo che, causa tempesta tropicale imperiosa di nome LINFA, siamo costretti a ritardare la partenza di qualche giorno. E, vi prego, non chiedete per quale motivo si organizzano crociere di un mese in un posto dove c'è la stagione dei tifoni. Vi prego. Insomma si parte. Smollati gli ormeggi prendiamo il largo e caliamo in mare gli airguns e il pamidrofonino e si inizia a sparare. Uè! Uè! ....Bravi lettori attenti che date tante soddisfazioni; sento da qui un coro di voci sbigottite e incredule! Tutti a chiedersi che fine abbia fatto lo streamer sismico da sei chilometri! Tutti a chiederselo. Tranquilli, vi spiego subito: il fatto gli è che mancava un fondamentale pezzo del motore, così siamo dovuti tornare a Kaohsiung dopo una settimanella. Due cose prima di andare avanti. Prima cosa: durante questa settimanella, siccome i geofisici sono bambinoni che non possono resistere senza sparare, siamo stati un poco a zonzo a saparacchiare botti sopra obs (gli affari che stanno sul fondo...devo avere scritto di 'sti cosi da qualche parte...Mi sa che devo iniziare a fare un pò di ordine e dare un poco più di struttura al blog....). Seconda cosa: vi prego, non chiedete per quale motivo si vada in mezzo al mare nella stagione dei tifoni con un motore che necessita di un pezzo fondamentale. Vi prego. Comunque siamo rientrati sani e salvi. A parte un'epidemia di maldimare che fatto decine di vittime...tutti a vomitare a destra e a manca; o, a proposito dell'epidemia...qui, naturalmente, ci sono un mucchio di taiwanesi, tra scienziati e studenti. Appena sono arrivati a bordo e hanno cominciato a montare i loro pc nel main lab, vedo che attaccano ad un montante nel lab un mazzo di sacchettini di plastica...tipo quelli che ci sono nelle salumerie. Bò. Chissà che ci devono fare. Ecco cosa ci dovevano fare. Ci dovevano vomitare dentro. Ma dico io, vattene in cabina. No. stoici fino alla morte. Entravi nel lab e sembrava un ospedale da campo: gente accasciata a destra e sinistra, verdognola in faccia. Ma sul posto di lavoro, cazzo! Con il loro bravo sacchettino accanto (trasparente...che schifo!). Insomma, ancora un paio di giorni in porto e il ventotto giugno alle zeroseizerozero del mattino, con una puntualità davvero fuori del comune, si parte di nuovo. Questa volta davvero.
Me ne sto lì a fumarmi un paio di sigarette mentre, appena salito a bordo il pilota, guardo la passerella che viene tolta e posata al suo posticino. Sto a pensare a quanto sia strano, ogni volta, questo momento in cui perdi il contatto con la terra. Via le cime di ormeggio. Guardo le montarozze di roccia bianca taiwanesi ricoperte da fittissima vegetazione tropicale, soprattutto quella dove sta appollaiato il faro di Kaohsiung, e mi immagino tutti gli occhi che le hanno viste allontanarsi o avvicinarsi. Il pilota zompa agile sulla barchetta che lo raccatta e se ne torna a terra. Passiamo l'ingresso del porto. Siamo di nuovo in mare. Sono di nuovo in mare.
Lo dicevo, un poco questa crociera mi pesa. Penso alle persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Poi il tempo passa e mi faccio la mia prima notte di turno e alle sei del mattino, sfatto, entro nella mia cabina per andare a dormire. Sono solo perché gli altri sono al lavoro. Mi sistemo le mie cosine e mi arrampico nella mia cuccetta. Sporgo la testa fuori della tendina e dò ancora uno sguardo fuori, dall'oblò. Fuori ci sono solo onde e acqua che scorre verso destra. E orizzonte. La luce è quella del sole d'estate subito dopo l'alba. Sono a mare. Sto facendo il mio lavoro. Lo pago caro tutto questo. Lo pago caro. Poggio la testa sul cuscino. E, forse, sorrido.
Buona notte

3 commenti:

Elisabetta ha detto...

Ciao Gio.....mamma mia che brutto stare lontani.....per la prima volta sento, veramente pesante in te, la nostalgia di casa...non so come fai, anzi lo so ma è vero, certe volte è davvero dura. Dai fatti forza che a casa hai il gatto che ti ruba la carnina dal tavolo!
Un bacio da tutto il CIBRA!

jupitanni ha detto...

bello! ci fai sentire vicini a te. continua a scrivere!

giocalta ha detto...

e grazie agli appassionati lettori! eli ci stupisce sempre con la sua prontezza. grazie. in fondo, comunque non va così male: quando racconto dell'ultimo sguardo fuori dall'oblò e di quando poggio la testa sul cuscino, bè, sorridevo senza forse.
ma questa sarà la crociera delle lamentele comunque! alla prossima.
e benvenuto a jupitanni...