sabato 18 aprile 2009

Elefanti a testa in giù


Appena ci ho fatto caso ho pensato, uao, quella è la testa di un elefante. Un elefante al contrario! E sorridendo ho scattato la foto. Poi ho pensato a Catania, all’Italia, a casa, mia. E il sorriso è precipitato oltre i duemila e passa metri che avevo sotto i piedi.
Mi è sempre capitato. Ogni volta che sono partito per questi viaggi naviganti da qualche parte nel mondo, c'è sempre stato un momento di rabbia o tristezza o rassegnazione, o tutte e tre insieme, per la situazione del mio paese, della mia città. Ma poi mi sono sempre detto che no, non era il caso di scrivere queste cose sul blog. In fondo voglio che sia una cosa divertente e leggera. Oggi cedo (rileggendo i vecchi post ho visto che uno sfogo mi era già scappato). Anche perché, se è vero che i pellegrinaggi servono per meglio comprendere se stessi, è vero anche che consentono di guardare con un pò più di lucidità e distacco il mondo che ti circonda. Quindi, coscienza da blogger salva, eccomi qui.
Una testa di elefante al contrario. Come mi sembra al contrario tutto in Italia e in Sicilia (e, alle volte, nel mondo intero). Tutto a testa sotto, tutto stravolto, tutto incredibile.
Vedo da qui un'Italia che vibra di indignazione per una vignetta.
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In un paese governato da un plotone di nani e donnine (scoraggiante potenza dei modi di dire); dove si mangia mortadella in parlamento (luogo che dovrebbe essere più sacro di una chiesa); dove chi è condannato per concorso esterno in associazione mafiosa festeggia a cannoli (ero a bordo quando ho letto la notizia, ho pianto per la mia Sicilia); dove una regione annega nella spazzatura e scoppia il casino e non si dimette nessuno (ho sentito Bassolino dire che un comandante non abbandona una nave nella tempesta. Se un comandante fa rischiare l’integrità della nave e della vita dell’equipaggio, arriva uno lo acchiappa per l’orecchio lo sbatte in una cabina e ce lo chiude a chiave); dove il giornalismo è una forma di servizio del potente (grazie al cielo, a cercar bene, qualche giornalista c'è ancora. L’editoria in crisi? I giornali rischiano di chiudere? Sono un nostalgico e adoro la carta stampata, ma che chiudano. E che i miliardi che ogni anno ci vengono sfilati dalle tasche per sostenerli vengano usati per garantire a tutti l' accesso a internet); dove se lasci un buco di miliardi nel comune che hai gestito te ne vai al parlamento europeo; dove in parlamento (il sacro parlamento) siedono più di cento tra indagati e condannati (e un povero pensionato che ruba una confezione di carne al supermercato viene crocifisso); dove...potrei continuare per righe e righe. In un paese così ci si indigna per una vignetta?
Non c'è persona di buon senso con cui abbia parlato, da qualche tempo a questa parte, che non si torvi a dire che l'Italia è un paese pieno di problemi, che bisognerebbe fare questo, che bisognerebbe fare quest’altro. E’ vero. E di chi è la colpa? Nostra innanzitutto; nostra di noi italiani. Nostra di noi siciliani. Così pigri e dal senso civico così...assente. E poi? Poi mi guardo intorno e trovo le facce della nostra classe dirigente: parlamentari, ministri (ombra e non), burocrati, rettori, giudici, tutti. Sono facce che conosco. Perché sono la classe dirigente da almeno quindici anni. Le cose in Italia non vanno. C’è chi è al potere da almeno quindici anni. Io ho studiato tanto e per lavoro devo mettere insieme le cose e trarne le conclusioni. Ma alle volte non c'è bisogno di una laurea. Basta il buon senso. Che in questo paese all'incontrario è il non senso.
Vabbè, sono politici...e fai spallucce.
E la gente muore.
Sono morte trecento persone in Abruzzo. Un disastro. colpa del terremoto e della natura.
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Dove sono i sindaci, i presidenti delle province e delle regioni, gli assessori, i tecnici, i magistrati? Questi signori, questi politici, hanno facce, nomi e cognomi. Non si è dimesso nessuno. E a Catania che succede? Questa città di cui praticamente nulla resterà quando arriverà un bel terremoto di quelli seri. Porto male? L’avete vista una cartina, una qualsiasi, di rischio sismico in Sicilia? Quante persone moriranno? E di chi sarà la colpa? Bianco, Scapagnini, Stancanelli, i loro assessori, la protezione civile, dove sono? Dove sono stati? Cosa hanno fatto? Cosa fanno? Leggo che, dopo esposti ed esposti, hanno chiuso una scuola pericolante a Librino: un assessore del comune è stupito.
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Mi stupisco dello stupore. Questa gente non solo ci frega i soldi che guadagniamo lavorando; questa gente senza onore ci ruba la dignità. Questa gente ci ruba la vita. Se muoiono trecento persone in Abruzzo per un terremoto, la responsabilità è di qualcuno. Se la gente del Belice vive ancora in "campeggio", la responsabilità, è di qualcuno. Se a Melilli i bimbi semplicemente "non" nascono e quelli che nascono si ammalano di tumore, la responsabilità è di qualcuno. Il malgoverno di una nazione, di una regione, di una provincia, di un comune, non è semplicemente mettersi i soldi in tasca e piazzare gli amici. E’ uccidere la gente: distruggendo l'ambiente in cui vive, favorendo illegalità e criminalità, massacrando le città con colate di cemento, avvelenando l'aria, l’acqua, i fiumi, il mare. Costruendo senza criterio in zone dove il buonsenso di un contadino di trecento anni fa gli ha salvato la vita. Non rispettando e non facendo rispettare le leggi che ci sono in materia antisismica. Questo è uccidere la gente. Questo è premere il grilletto di una pistola e fare partire un proiettile che vagherà per anni. E cha a un certo punto colpirà. E se ad essere colpita sarà la mia compagna? E se sarà mio figlio?
Ho deciso di vivere in Sicilia, perchè è casa mia, c’è la mia famiglia, gran parte dei miei affetti. Perchè la Sicilia è un posto straordinario e magico. Perchè c'è così tanto da fare che "andare fuori per trovare lavoro" è un nonsenso intollerabile. E questo nonsenso, questo vedere tutto a testa ingiù, mi fa venire la nausea. No. Non vedo nessun motivo per cui debba vivere con la nausea.
Vivo questa mia vita pellegrinando (almeno per il momento) da un lato all'altro del mondo. E poi torno a casa.
Lo voglio dritto questo elefante. Per me. Per le persone che mi sono care. E per quelle che verranno.

Attenzione, memoria e amore.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Appostombare.

Anonimo ha detto...

nessun commento vero, solo la mia espressione che leggendo diventava sempre più seria. Purtroppo, non c'è altro da dire.
sì, rimettiamolo dritto l'elefante
...ti aspetto
bacio
daria